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giovedì 14 gennaio 2016

Intervista a Laura, la poledancer con il braccio invisibile


Raccontaci un po’ di te Laura. Chi sei? Cosa ti è successo?
Ciao, sono Laura, vengo da milano e ho 30 anni.
Sono nata il 3 Settembre del ’84, senza l’avambraccio sinistro, diagnosi:
focomelia.
Cause certe ancora non ci sono, sinceramente mi interesso anche poco, come dico sempre, sono nata così, e mi è difficile immaginarmi a 2 mani, per me questa è normalità
Dove hai visto la pole la prima volta e cosa ti ha colpito?
Tramite una mia amica che la faceva da diversi anni, a primo impatto mi ha
colpito la forza che trasmette, con i suoi corpi atletici, ma eleganti allo
stesso tempo.
La prima volta cosa ti ha spaventato di più?
LA SALITA FRONTALE! Ebbene si uno step banalissimo, ma è stato il primo, e subito mi ha messa davanti al mio limite..dopo 1700 tentativi però, ho vinto io, da li ho imparato che tutto arriva con l’impegno.
Cosa ti ha fatto cambiare idea/cosa ti ha convinto a cominciare?
Un motivo razionale non esiste, è scattata subito una sensazione di
benessere, faccio sport e in contemporanea esprimo me stessa, non posso
chiedere di più da una disciplina. La pole è completa a mio parere, allena
corpo e mente, il corpo ti segue con l’allenamento e la mente si apre
quando vede che TU PUOI.
Come si svolge il tuo allenamento? Fai lezioni private?
Vado in palestra 2 volte a settimana, la lezione è di gruppo.
Siamo circa una decina. È fantastico allenarci insieme, ci sosteniamo a
vicenda, nella mia scuola c’è un bel clima, assolutamente non competitivo.
Con diverse ragazze ho legato molto, spesso ci ritroviamo per allenamenti
extra di gruppo.
L’allenamento per me è uguale a tutte le altre, quando proprio servono due
mani io e la mia istruttrice Erika, di poledancemilano, ci studiamo prese
alternative!
Di recente hai partecipato al Contest di Modena: cosa vuoi raccontarci di questa esperienza?
WAU! Posso solo dire wau…mi sono esposta tanto è, ho davvero ecceduto,
credo, ma sono tornata da questa esperienza con un sorriso enorme..
La coreografia narrava la mia storia personale: arrivo al palo, provo e
riprovo, senza riuscire, finchè non decido di togliermi la protesi e
scoprire di avere una presa al gomito validissima! Ed è stato così anche a
lezione, le prime intendo, cercare di capire da dove iniziare…tolta la
protesi, inizio a ballare la mia canzone, ma tutti gli applausi mi
bloccavano, sono evidentemente ancora parecchio timida, e presa
dall’emozione ho dimenticato varie figure, ho improvvisato, ma non mi sono
mai fermata, perché mi stavo proprio divertendo.
Ho ricevuto un sacco di complimenti, di incoraggiamenti, di abbracci.
Anche se ci tengo a precisare una cosa, l’impegno vale per tutte le polers,
tutte facciamo fatica, e tutte abbiamo i nostri limiti contro i quali
lottare…io mi prendo il merito di allenarmi nonostante il mio limite
“visibile” ma dubito di essere più in difficoltà di altre, è solo questione
di nuova tecnica.
Ti senti/ti sei sentita mai “guardata in modo strano”o in qualche modo esclusa, additata dalle tue compagne di corso?
Questa è una bella domanda…cercherò di risponderti nel miglior modo
possibile.
A scuola, mai. Si, ok, forse nello spogliatoio, qualche ragazza che viene a
fare la prova e incontra me, che mi tolgo la ptrotesi e il più delle volte
la lascio sullo scaffale, un’ occhiatina me la dà, ma li basta un mega
sorriso e rompiamo il ghiaccio.
Nella vita, a volte, ma chi ci esclude si preclude l’interesse e la voglia
di conoscerci, quindi scusa un secondo, dovremmo perdere tempo in due? O
dovrei perdercelo solo io rincorrendo l’impossibile? Assolutamente no :D..e
non giudico nessuno, anch’io ho escluso a priori persone che ritenevo poco
interessanti..ecco, solo, spero per loro, di esser stata esclusa più per
una questione di disinteresse, e non di pregiudizio, giusto per
salvaguardare una soglia di intelligenza umana, ma questo argomento ci
porterebbe a scrivere un libro! hahahaha
Cosa diresti alle timide che guardano estasiate la pole ma non hanno il coraggio di provare?
Di ascoltare quell’estasi interiore, perché è proprio questo che ci regala
la pole!!!
Questa disciplina forma a livello fisico e mentale, ti insegna la costanza
e la passione,
due aspetti della vita indispensabili per riuscire in tutto ciò che vuoi.
Non dimenticherò mai le prime parole della mia istruttrice, non ha dubitato
neanche un secondo sulla possibilità di insegnarmi questa disciplina…”te
puoi tutto se lo vuoi, il non ci riesco non esiste.”
È anche capitato che lei ci credesse più di me, mentre stavo li, presa
dallo sconforto, ma oggi ho conosciuto una parte di Laura che persevera e
riesce. Senza pole resto ugualmente una persona testarda e determinata ,
ma con la pole mi esprimo e BALLO.
Forse sono stata anche “fortunata” a trovare una persona come lei, davanti
a una condizione fisica come la mia, ha già visto Oltre. Lo auguro a tutte
di andare un pochino oltre, aldilà di quel muro c’è un mondo fantastico,
pieno di soddisfazioni.

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