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giovedì 5 maggio 2016

IL PRIMO PASSO CON PAN!

"Fu un volo di 12 secondi, incerto, ondeggiante e traballante… ma fu finalmente un vero volo e non una semplice planata" diceva Orville Wright, riferendosi al suo primo volo del 17 dicembre 1903. Dodici secondi che rappresentarono, in un tempo brevissimo, l'incarnazione di un sogno divenuto realtà. L'uomo ha osservato gli uccelli e come loro ha desiderato volare, conquistare quello spazio che per centinaia di anni è stato teatro di scenari divini che si sono mescolati con sogni e preghiere, narrando sussurri e speranze. Il cielo, in attesa di essere conquistato, si è prestato all'uomo come un libro, raccogliendo i racconti dei viaggiatori che in un epoca non troppo lontana, hanno narrato sotto un cielo di stelle le storie di amori e di guerre, commuovendosi mentre osservavano la luna e componendo misteriosi versi che avevano il compito celato di cogliere frammenti di umanità. Quel volo dunque, fu l'inizio di una serie di voli, sempre più veloci, sempre più distanti, un rincorrere di "oltre": oltre il muro del suono, oltre il sistema solare, oltre le galassie, che trovano eco nei versi leopardiani de "l'infinito", in cui convivono il desiderio ardente dell'andare "oltre" della coscienza, l'immensità di Natura e l'incontro con il limite umano. In un momento storico dove lo spazio pare essere conquistato o conquistabile, dove il movimento fulmineo non dà tregua alla lentezza e dove tutto appare possibile, l'uomo incontra sempre più spesso il dio Pan. Questo dio dalle zampe di caprone, è infatti il dio del "tutto"come ricorda l'etimologia, "colui che fa prosperare"; il dio dei pastori, della campagna e delle selve, è anche colui che terrorizza col propri grido, non solo mostri e umani, ma talvolta anche se stesso. Pan infatti è anche il dio del "terror panico" che arriva con sfumature differenti e squisitamente soggettive, come "codice bianco" negli ospedali, e come disturbo da attacco di panico, negli studi degli psicanalisti. Scomodare il dio Pan, unico dio che muore coerentemente ciò che panico stesso manifesta nel corpo di chi lo prova, ovvero una sensazione di morte fisica, è utile per recuperare e dare un senso a quella sensazione psicosomatica che taluni provano avvicinandosi per la prima volta alla pertica ed immaginando di essere sospesi ad una certa altezza, lassù, tra cielo e terra. Fermiamo dunque quell'istante e narriamolo per tessere nella memoria e nel corpo ciò che può accadere (e non a tutti accade!) cosicché Pan possa essere riconosciuto ed assumere una forma, un volto: si sa che ciò che è noto, fa già meno paura! L' esempio diviene utile anche per coloro che non hanno mai incontrato il dio Pan, per comprendere empaticamente come si stia realmente in quel momento. Immaginiamo di essere con il corpo fermo ed immobile davanti al palo. Lo sguardo puntato in alto. Il respiro che si fa affannoso, mima il cuore che batte più forte. Le mani iniziano a sudare e questo aggiunge timori all'ascesa, già difficile senza avere pure questo inconveniente... arrivano suoni ovattati dall'esterno e la testa gira; il tremito cattura inaspettatamente il corpo che non riesce a fare alcun movimento. Ecco il momento di blocco, di terrore, di panico, in cui si vorrebbe scappare senza riuscire a muoversi! Eppure se da un lato il dio Pan-panico è colui che immobilizza, dall'altra è anche il dio che ha il potere di attivare, di far prosperare attraverso quelle forze creative che rendono Natura un tripudio di meraviglie. Ed è tanto vero questo che è possibile sperimentarlo nel momento in cui di fronte alla pertica si attivano quelle forze inconsce che hanno il sapore di uno slancio vitale e che spesso vengono evocate dall'aiuto empatico di compagni e maestri, che sostengono nel fare quel primo passo in modo reale e sentito. Il risultato spesso è il trionfo di quel Pan creativo che si manifesta attraverso soddisfazione e gioia per l'impresa riuscita, come a rallegrarsi dei germogli appena nati! Pan ritorna in quel momento ad essere il dio delle possibilità infinite che ha accompagnato la coscienza ogni volta che vi è stato un "oltre" da raggiungere e superare. Quello stesso dio che sedeva probabilmente accanto ad Orville in quei primi 12 secondi di volo e che è lì accanto alle polers ad ogni nuova figura da sperimentare.

NAIKE MICHELON: psicoterapeuta psicosomatica-ecobiopsicologia - Istituto ANEB.

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